La mia casa è il mondo, concluso il progetto nelle sezioni AIPD

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La mia casa è il mondo: 45 giovani con sindrome di Down imparano ad “abitarlo”
Si conclude il progetto di AIPD nazionale, finanziato dal dipartimento Politiche per la famiglia, che ha coinvolto le sedi di Belluno, Brindisi, Campobasso, Caserta, Catanzaro, Frosinone, Latina, Potenza, Trento e rivolto a ragazze e ragazzi tra 11 e 15 anni. Tra “compagni di viaggio” e “missioni di esplorazioni”, tante scoperte, nuovi protagonismi e progetti per il futuro 

Si sono concluse le attività del progetto “La mia casa è il mondo”, promosso da AIPD Nazionale, finanziato dal dipartimento Politiche per la famiglia, nell’ambito del bando EduCare e realizzato operativamente nei territori dalle sedi AIPD partecipanti: Belluno, Brindisi, Campobasso, Caserta, Catanzaro, Frosinone, Latina, Potenza, Trento.

Il progetto ha preso avvio nel settembre scorso, e ha coinvolto 45 ragazze e ragazzi con sindrome di Down tra gli 11 e i 15 anni; presso ciascuna sezione è stato operativo un gruppo di cinque giovanissimi che, accompagnati da un educatore e due volontari, hanno sperimentato esperienze di autonomia fuori casa: le cosiddette “missioni di esplorazione”, puntualmente registrate dai ragazzi e pubblicate sui social delle diverse sezioni (da cui sono tratte le immagini utilizzate per questa notizia). Ogni gruppo ha svolto 20 incontri pomeridiani e 2 week-end con pernottamento. 

Fondamentale, durante questo percorso, il ruolo dei “compagni di viaggio”, con i quali i protagonisti di questo percorso hanno interagito e si sono incontrati, per conoscere meglio il territorio. I Compagni di Viaggio coinvolti sono stati centinaia: associazioni culturali e di volontariato, gruppi scout, esperti, amministrazioni locali, organi di governo cittadino, enti per il turismo, guide turistiche, emittenti locali, musei, la Protezione civile, l’Arma dei Carabinieri, il WWF, la Caritas, ma anche il falegname del quartiere o le botteghe artigiane, un giocoliere, un videomaker, un ufficio stampa, un panificio, una gelateria… Il loro ruolo è stato determinante per le “missioni di esplorazione”, cuore operativo del progetto, attraverso le quali i preadolescenti con sindrome di Down, dopo il periodo del lockdown che li ha tenuti in isolamento, si sono riappropriati dei luoghi del patrimonio locale, mentre i “compagni di viaggio” hanno potuto conoscere un mondo, quello dell’AIPD, che non conoscevano. 

Come logo del progetto, è stata scelta l’immagine di un pesce che scappa dal vaso di vetro in cui vive per conoscere il mondo vicino a lui. “Potremmo dire che ogni partecipante al progetto rappresenta il pesciolino che non vuole più vivere in una ampolla di vetro – spiegano i promotori del progetto – ma vuole esplorare acque più profonde, alla ricerca di mondi nuovi che gli diano la possibilità di crescere aumentando competenze e autonomie. Nel suo viaggio il pesciolino incontrerà nuovi amici (i Compagni di Viaggio) che gli permetteranno di ampliare le sue conoscenze offrendo numerose opportunità di scambio e relazioni”.

Le testimonianze

Un genitore. Poter dare la possibilità ai nostri ragazzi di vivere esperienze nuove e di farle soprattutto senza di noi è stato molto bello; i ragazzi hanno potuto capire che possono farcela anche senza la nostra presenza e poi ci piaceva vederli contenti sia quando dovevano fare i weekend che quando dovevano venire agli incontri. Anche i laboratori sono stati utili per la loro crescita. Speriamo che questa esperienza possa continuare in questo modo. Per quanto riguarda le paure in realtà non ne abbiamo avute anche perché in questo modo non gliele abbiamo trasmesse e lui ha acquistato sicurezza e autostima”.

Un “compagno di viaggio”. Così racconta Ciro di Maio, della “Protezione civile San Nicola La Strada” di Caserta: “È stato meraviglioso, vederli sempre in squadra, sempre a lavorare l’uno con l’altro, mi ha meravigliato lo stare insieme anche in situazioni di aiuto con “impariamo a salvare un amico” avreste dovuto vedere con quanto amore e quanta professionalità mi hanno seguito e aiutato. Anche la nostra presidente nazionale, orgogliosa di questo progetto, ha tutte le intenzioni di continuare la collaborazione con la vostra associazione sul territorio”.

Una partecipante. Martina riferisce: “L’ esperienza che mi è piaciuta di più è quella di ‘Xfarm’, perché mi piace stare tra gli alberi e la natura e aiutare gli animali, abbiamo spostato il pollaio per le galline. Ho conosciuto di più il territorio, la storia e le tradizioni. E’ stato bello . Ho capito che devo rispettare di più la natura e il suo ciclo vitale, tutti possiamo farlo”.

Dal progetto al libro.Il progetto ‘La mia casa è il mondo’ ha davvero centrato i suoi obiettivi e dato il via a una serie di collaborazioni che continueranno nel futuro – assicurano i responsabili di AIPD – Grazie a tutti coloro che vi hanno partecipato e che si sono messi in gioco! Nei prossimi mesi verrà pubblicato il volume di Francesco Cadelano (AIPD) “La mia casa è il mondo. Riflessioni e linee guida per gli educatori” (Edizioni Erickson, nuova collana ‘Glicini e mangrovie’), che racconterà l’esperienza per permetterne la replicabilità”.

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L’articolo La mia casa è il mondo, concluso il progetto nelle sezioni AIPD proviene da AIPD Sede Nazionale.

Source: Aipd Nazionale

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