Lavoratrici caregiver e donazioni: le preoccupazioni di AIPD sulle nuove misure economiche

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Comunicato stampa

Allarme per le donne caregiver: “Potranno andare in pensione solo a 63 anni e con 36 anni di contributi. Ma conciliare lavoro e cura è molto faticoso: 1 su 5 rinuncia”. Preoccupa anche il taglio alle detrazioni, rischia di ridurre le donazioni.

Roma, 18 ottobre 2023 – Le lavoratrici caregiver, che oggi possono andare in pensione con 30 anni di contributi, ora potranno farlo con 36 anni di contributi e 63 anni di età: “Ma conciliare lavoro e cura è molto faticoso: 1 su 5 rinuncia”. A lanciare l’allarme è Gianfranco Salbini, presidente dell’Associazione Italiana Persone Down, commentando le nuove misure pensionistiche e in particolare l’intervento su Ape sociale e Opzione donna, contenute nella Legge di Bilancio. La misura fa riferimento anche alle donne con invalidità almeno al 74%, che sarebbero penalizzate al pari delle caregiver. “Sappiamo quanto sia difficile per tutti conciliare lavoro e cura dei figli: quando un figlio ha una disabilità, questa difficoltà aumenta in modo esponenziale, tanto che molti genitori, soprattutto mamme, rinunciano al lavoro. Come è emerso dall’indagine che AIPD ha realizzato con Censis, il 25,9% delle caregiver donne intervistate ha ridotto il lavoro (passando per esempio al part-time), mentre il 20,4% ha lasciato il lavoro o lo ha perso. Chi riesce a conservare un’attività lavorativa, nonostante la disabilità propria o di un familiare, deve avere la possibilità di un pensionamento anticipato. Chiediamo che questa possibilità sia conservata, tutelata e se possibile migliorata, ben consapevoli di quanto faticoso sia l’impegno del caregiver familiare e, al tempo stesso, di quanto il suo ruolo sia cruciale nel welfare del nostro Paese”, afferma Salbini.

Altra preoccupazione riguarda il taglio di 260 euro alle detrazioni, che comprenderà quelle per le donazioni destinate a onlus, associazioni e organizzazioni del Terzo Settore. La decisione, contenuta in uno dei due decreti attuativi della delega fiscale (approvati lunedì 16 ottobre, contestualmente al disegno di legge di bilancio 2024), riguarda le famiglie con un reddito complessivo superiore a 50 mila euro. “Tagliare le detrazioni per le donazioni rischia di scoraggiare quella generosità e solidarietà che contribuisce alla realizzazione di tante attività di supporto e sostegno della nostra associazione e di tutte le altre – commenta Salbini – Una preoccupante inversione di rotta, rispetto al Codice del Terzo settore, che ha innalzato la percentuale di detraibilità delle donazioni agli enti del Terzo Settore dal 26% al 30% e fino al 35% per le donazioni alle organizzazioni di volontariato. In un momento di crisi economica come questo e di conseguente contrazione delle elargizioni liberali, le detrazioni fiscali sono uno strumento efficace per incoraggiare e sostenere la generosità dei cittadini, che ha sempre rappresentato una parte importante e significativa nel nostro bilancio e in quello di tante associazioni come la nostra. Chiediamo quindi che sulle donazioni non si faccia un passo indietro, ma anzi si continui sulla strada intrapresa con il Codice del Terzo settore: incrementare la percentuale di detraibilità – o quanto meno mantenerla stabile – per sostenere la solidarietà e la generosità che rappresenta non solo un contributo economico per la nostra associazione, ma un importante segnale che stiamo andando nella giusta direzione”.

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Source: Feed rss Aipd Nazionale

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